Con quasi 228mila pezzi prodotti e 185 dipendenti, di cui 127 appartenenti a categorie vulnerabili, si può dire che il primo trimestre del progetto Onelab - Innesti — distretto di produzione del tessile Made in Italy promosso dall'impresa sociale Quid, che funziona attraverso una rete di piccoli fornitori senza scopo di lucro, etici e sostenibili — sia stato un successo.
Il merito di questi numeri va anche al finanziamento del valore di 100mila euro arrivato a fine maggio grazie al Premio nazionale Mutualità, organizzato da Itas Mutua e Reale Mutua, un riconoscimento nato per valorizzare progetti ad alto impatto sociale.
«Grazie al nostro premio intendiamo dare un contributo sostanziale nel sostenere un sistema economico, quello mutualistico», dice Luca Petermaier, responsabile comunicazione di gruppo, relazioni esterne e corporate identity di Itas Mutua, «di cui insieme a Reale Mutua siamo principali rappresentanti e che permette di sopportare lo sviluppo sociale di intere comunità. Un obiettivo ambizioso ma raggiungibile, come I dimostrano i vincitori di questa prima edizione».
Sappiamo che il sistema mutualistico è una soluzione ottimale per far fronte alle sfide locali e globali, basti pensare che le compagnie mutue rappresentano il 70% del mercato europeo», aggiunge Virginia Antonini, responsabile sostenibilità, ufficio stampa e comunicazione istituzionale di Reale Group. «Per questo Reale Mutua e Itas Mutua, le due società di mutua assicurazione italiane, hanno deciso di unire le loro forze per creare, nel 2023, questo riconoscimento ai progetti che si distinguono per il loro impatto sociale, ambientale ed economico sul territorio e sulle persone. Per fanno prossimo, siamo già alla ricerca di nuovi progetti. A breve il bando per l'edizione del 2024 sarà disponibile online sul sito dedicato al Premio Mutualità».
Il progetto Onelab - Innesti, avviato a inizio giugno, è un distretto diffuso di laboratori inclusivi che si occupano di manifatture tessili e che uniscono le forze per rispondere in maniera più efficace a ordini di solidarity sourcing, quindi di fornitura etica, prevalentemente di accessori, per grandi gruppi. Oltre al capofila Quid, fanno parte della rete la cooperativa Noncello di Pordenone in Friuli -Venezia Giulia, il laboratorio Fantasy legato al movimento dei Focolarini in Toscana a Firenze, la cooperativa Il Filo colorato in Lombardia a Milano, l'Aps Palingen, attiva nel carcere di Pozzuoli (Napoli) e un partner di misurazione d'impatto, la cooperativa Economics Living Lab.
«Il finanziamento è stato funzionale a sostenere alcuni costi di startup per rendere il distretto omogeneamente efficiente», afferma Valeria Valotto, vicepresidente di Quid e responsabile del progetto, «ovviamente ciascun laboratorio secondo le proprie forze e i propri punti di specialità. Sono stati effettuati una serie di investimenti, che hanno riguardato l'acquisto di macchinari più performanti o la creazione di nuove aree logistiche, funzionali ad accogliere e gestire al meglio il carico di lavoro del distretto; in altri casi, invece, si è puntato su processi di formazione per alcune risorse, che saranno stabilizzate all'interno dei laboratori per renderli più produttivi».
Le realtà della rete lavorano utilizzando le eccedenze dei grandi marchi, che donano o rendono accessibili a prezzo simbolico metrature ridotte. Per le materie prime e i prodotti semilavorati, era importante quindi avere magazzini efficienti, migliorati con nuovi macchinari di imballaggio e figure opportunamente formate. Tra le scommesse possibili grazie alla vittoria al premio, anche puntare sul design circolare, quindi sullo smantellamento di prodotti per partire dai singoli pezzi per crearne di nuovi e generare nuovo valore economico.
«Per noi è molto importante che il nostro progetto di economia sociale sia anche un progetto di efficienza produttiva», conclude Valotto, «perché questo permette di garantire degli standard di formazione più alti alle nostre risorse e quindi di non creare, per loro, degli ambienti di lavoro fittizi».